Safira: dal Marocco con la speranza di “vedere”, anche un futuro.

Vi raccontiamo la storia di una donna di 35 anni, madre di due bimbe, emigrata dal Marocco nel 2019 alla volta di Milano. Oggi, grazie al sostegno della Rete di associazioni attivate dal programma QuBì  Stadera e all’iniziativa UNI4YOUREYES, è riuscita ad accedere a una visita optometrica gratuita e a correggere i propri disturbi visivi. La vita di Safira, oggi, è anche una storia di inclusione.

 

Safira soffre di diabete da quando è bambina: sebbene la patologia le sia stata diagnosticata da subito nel suo villaggio di origine in provincia di Marrakech, non ha mai potuto avere accesso a delle cure adeguate e con il passare degli anni la sua condizione si è aggravata al punto da averle procurato un deficit visivo da correggere. Questo perché le persone come lei, che nascono in dei villaggi di periferia, sono costrette a fare decine di km a piedi per potersi recare presso una struttura medica, in farmacia o per andare a scuola. “La salute in Marocco è per i ricchi” – riferisce S. – “anche 20€ sono moltissimi soldi rispetto a quanto abbiamo per vivere, figuriamoci quando si deve arrivare in città per una visita medica, pagarla e dover poi acquistare l’insulina in farmacia”.

“Le prospettive per chi nasce in questi villaggi non sono rosee. C’è tanta povertà ed emarginazione sociale nei confronti delle persone con scarsi mezzi culturali, a cui viene garantita, solo in alcuni casi, la possibilità di imparare a leggere e a scrivere.

Per chi come me proviene dai ceti più bassi all’interno del villaggio, non esiste (o quasi) occasione di riscatto, se non nell’essere impiegati come “manovalanza” sin dalla tenera età svolgendo una vita prevalentemente agricola/contadina o nel diventare – qualora si provi a cercare un lavoro in città – “personale/servitù/ operai” al servizio delle persone più ricche. In entrambi i casi, la retribuzione ottenuta non è equiparata al costo della vita molto alto.” – prosegue la donna.

Arrivata nella metropoli nel 2019, dopo alcuni giorni di vita trascorsi presso la stazione Garibaldi, riesce a contattare dei conoscenti emigrati dal Marocco prima di lei, che decidono di aiutarla e di ospitarla. L’enorme complessità del viaggio intrapreso associata alle già precarie condizioni di salute fanno sì che S. non riesca a portare avanti la terza gravidanza.

Giunta in Italia viene sottoposta a tutte le cure mediche necessarie, le viene diagnosticata e riconosciuta la patologia diabetica con invalidità e le viene garantita una corretta terapia, a titolo gratuito. La situazione personale è talmente grave che le viene conferito un permesso di soggiorno per motivi sanitari. Grazie al lavoro svolto dal NAGA riesce ad ottenere supporto per i documenti, a superare lo scoglio della burocrazia e a regolarizzarsi sul territorio.

La sua, come molte altre storie individuate attraverso il Programma QuBì-La ricetta contro la povertà infantile” di Fondazione Cariplo, è fatta di tante sofferenze, di sacrifici e di una famiglia che ha dovuto disgregarsi per un periodo di tempo indeterminato, riuscendo a ricongiungersi grazie alle possibilità garantite in materia legislativa familiare dallo Stato italiano.

La condizione di Safira, infatti, negli ultimi anni è stata segnalata agli operatori delle associazioni che fanno parte della rete attivata dal programma QuBì a Stadera, poiché in attesa di uno sfratto: dall’incontro con loro sono emersi diversi bisogni e, pian piano, sono emerse le prime soluzioni per fare in modo che ai figli di Safira venisse garantita un’infanzia dignitosa e serena.

Tra le opportunità offerte dalla rete QuBì alla sua famiglia, c’è UniForYourEyes: il progetto promosso dal Centro di Ricerche in Ottica e Optometria dell’Università di Milano-Bicocca, in collaborazione con le reti QuBì ed altri enti, associazioni e aziende, si rivolge a soggetti in condizione di difficoltà economica, in particolare bambini; negli ultimi due anni ha consentito di offrire visite gratuite a 428 persone.

Accedendo al servizio proposto dall’iniziativa, Safira e la sua figlia maggiore – Naima – hanno potuto sottoporsi per la prima volta ad una visita optometrica. Ciò ha permesso a madre e figlia di prendere consapevolezza del loro deficit visivo e di ricevere un paio di occhiali senza alcun costo. Oggi Safira ha una nuova speranza: vedere meglio, insieme alla figlia, anche il proprio futuro.

Alcuni scatti dal centro di visita Uni4YourEyes

Scopri il il programma UNI4YOUREYES