I giovani di Barona: da QuBì Teens a Internazionale KIDS

Nel quartiere Barona a Milano – sede del noto centro di aggregazione Barrio’s – Programma QuBì e Ludosofici hanno avviato “QuBì Teens”, una redazione fatta di adolescenti impegnati nello storytelling digitale delle attività del quartiere. Un’opportunità formativa, relazionale ed educativa davvero unica per molti ragazzi e ragazze: un luogo virtuale di formazione e responsabilizzazione. Una finestra che guarda al mondo partendo dalla periferia.

Ce ne parlano Ilaria Rodella, co-fondatrice di Ludosofici e Meryem, 18 anni, impegnata nella redazione.

 

Intervista a Ilaria Rodella

L’iniziativa QuBì Teens come e dove si è sviluppata?

Il progetto QuBì Teens è stato avviato all’interno della rete QuBì Barona da Ludosofici, un’associazione nata nel 2010 con l’intento di promuovere progetti di innovazione sociale e culturale volti ad arricchire l’attività di educatori, insegnanti e operatori sociali a beneficio di bambini e ragazzi.Il coinvolgimento di Ludosofici in QuBì è stata, infatti, una sfida per aumentare la partecipazione agli eventi culturali dei bambini in condizione di fragilità economica ed educativa e per sperimentare – nel caso specifico di QuBì Teens – modalità di coinvolgimento attivo degli adolescenti.

In una prima fase, durante la nostra collaborazione con la rete QuBì, abbiamo realizzato a Barona diverse attività indirizzate a famiglie e bambini, tra cui #BaronAbilia, promossa in collaborazione con Fondazione di Comunità Milano Onlus: un festival di street art, musica, danza e sport che ha animato le vie del quartiere coinvolgendo molti artisti su diversi temi.

Successivamente abbiamo avvertito l’esigenza di mettere al centro delle nostre attività anche gli adolescenti. Così, è nata l’idea di QuBì Teens, con l’intento di coinvolgere i ragazzi del quartiere di età compresa tra i 14 e i 20 anni in un’attività redazionale.

Oggi la redazione conta 13 ragazzi, di cui 2 italiani e il resto stranieri (in prevalenza provenienti da Nord-Africa e Sud-America). Le loro sono storie interessanti, con background culturali differenti.

Quali opportunità ha offerto ai ragazzi del quartiere Barona?

Attraverso l’aiuto di professionisti della comunicazione abbiamo organizzato momenti di formazione nella gestione dei social media, in modo che i nostri ragazzi potessero acquisire competenze come “social media manager” e gestire i canali di comunicazione della rete QuBì Barona in totale autonomia, per valorizzare le attività del quartiere.

Abbiamo cercato di promuovere il loro sguardo per stimolarli a interagire in modo professionale, facendo squadra, ed elaborando un linguaggio proprio. È stato un precorso complesso che ha offerto ai ragazzi un’opportunità formativa, relazionale e al contempo educativa, vestendoli di un preciso ruolo verso la comunità in cui vivono.

Con il tempo QuBì Teens è riuscito a strutturare una vera e propria redazione. I ragazzi coinvolti nel programma hanno ricevuto un gettone di presenza per il loro impegno; un piccolo ma importante riconoscimento che li ha aiutati a professionalizzarsi, responsabilizzarsi e aprirsi un conto per gestire le loro finanze.

Il racconto delle attività di Barona ha consentito ai ragazzi di analizzare e leggere le istanze del quartiere ma anche dubbi sull’utilizzo della grammatica. Ad esempio, ricordo ancora con il sorriso che un giorno in redazione si aprì un dibattito sul linguaggio inclusivo e sull’utilizzo della schwa. Alla fine decidemmo di invitare in redazione Vera Gheno (che ci accolse con entusiasmo) per incontrare i ragazzi presso la biblioteca Mondadori al Villaggio Barona e farsi intervistare.

Oltre a Vera Gheno i ragazzi e le ragazze di QuBì Teens hanno intervistato la Grapich Novel Takoua Ben Mohamed e hanno partecipato a due workshop a Venezia: uno a palazzo Grassi e uno al Guggenheim, nel cui ambito hanno svolto un lavoro di recupero e valorizzazione delle lingue madri.

Quali prospettive future per la redazione di QuBì Teens?

Oggi, grazie al progetto “Io odio leggere”, progetto sostenuto dal bando “per il libro e la lettura 2022” di Fondazione Cariplo, la redazione QuBì Teens prosegue nel suo lavoro. Questa volta l’oggetto dell’attività redazionale non è rappresentato dal quartiere bensì dal libro e dalla lettura.

“Io odio leggere” è un progetto di durata biennale volto a promuovere la lettura e ad avvicinare all’oggetto “libro” ragazzi e ragazze di età compresa tra i 10 e i 19 anni. Un titolo provocatorio per dimostrare che ognuno di noi può e deve trovare il proprio spazio nel grande universo a partire da un libro e che si compone di illustrazioni, grafica, fotografia, scrittura, generi narrativi, fumetti, reading, teatro e altro ancora.

All’interno di questo progetto la redazione si propone di sensibilizzare i ragazzi e le ragazze sull’importanza di sviluppare un approccio critico alla lettura e alla scelta dei libri da leggere, non limitandosi a vedere i libri come il frutto di una scelta didattica imposta dalla scuola.

Rispetto al futuro, siamo lieti di anticiparvi che i ragazzi di QuBì Teens sono stati da poco coinvolti dall’Internazionale per curare la rubrica Internazionale KIDS, al cui interno rispondono alle domande rivolte dai bambini alla redazione.

L’ingaggio dei nostri ragazzi è motivo di grande orgoglio per tutti!

 

Intervista a Meryem

Meryem è una ragazza di 18 anni di origini marocchine, giunta in Italia con la sua famiglia all’età 6 mesi. Ha fatto parte della redazione QuBì Teens che oggi rivive una seconda vita nel progetto “Io odio leggere”.

Come hai conosciuto l’iniziativa promossa dalla rete QuBì Barona?

Ho iniziato a frequentare il Barrio’s, il centro d’aggregazione giovanile di Barona che si impegna quotidianamente nella promozione di attività artistiche, culturali e ricreative per tutti i giovani della città, con un programma ricco di concerti, cinema, teatro, musica e anche iniziative per i più piccoli. È lì che ho conosciuto l’iniziativa QuBì Teens, a fine pandemia.

All’inizio non sapevo cosa aspettarmi – non conoscevo neanche cosa facesse esattamente una redazione – poi mi sono catapultata nell’attività sfidando me stessa.

Raccontaci un po’ il tuo percorso di vita.

Sono di origini marocchine e vivo a Milano in Barona dall’età di 6 anni. Frequentando il Barrio’s ho avuto modo di accedere a molte attività utili per la mia crescita: dallo sport al doposcuola. Adesso frequento l’ultimo anno di liceo scientifico e sono in redazione da 3 anni.

Qual è il valore di QuBì Teens per te?

Grazie a QuBì Teens ho avuto la possibilità di viaggiare, sperimentare nuovi linguaggi, conoscere nuove città e realtà professionali; ho anche partecipato al festival della letteratura di Mantova facendo parte della redazione online. Un’esperienza davvero indimenticabile! Questo progetto ha accesso i riflettori su mondi per me sconosciuti ed è stato una chiave di volta per la mia crescita. Spero continui e si evolva sempre più.

Con il progetto “Io odio leggere”, la vostra redazione è stata sostenuta da Fondazione Cariplo nell’ambito della promozione della lettura. Cosa farete nello specifico?

Premetto che io stessa ho avuto un rapporto altalenante con la lettura, probabilmente come la maggior parte di noi adolescenti. Prima per me era una costrizione, uno dei tanti compiti in classe da svolgere. Adesso ho un approccio più critico e selettivo: scelgo con cura i libri che voglio leggere, oltre a quelli che devo studiare, e mi piace moltissimo.

All’interno del progetto “Io odio leggere”, non a caso, vogliamo mostrare ai ragazzi e alle ragazze che ci sono molti modi di approcciarsi alla lettura, diversi tipi di lettura da sperimentare e provare con interesse. Uno dei nostri primi post che abbiamo pubblicato, ad esempio, lo abbiamo incentrato su un confronto tra un libro che ci è piaciuto e uno che non è stato di nostro gradimento, spiegandone le motivazioni. Vogliamo diffondere una nuova consapevolezza: la lettura non è solo un dovere, ma è prima di tutto un piacere che va coltivato con cura e dedizione.

Ti senti appassionata al mondo della comunicazione?

Molto. Adesso ho con me una piccola cassetta degli attrezzi per dedicarmi a questa professione. In questi anni ho conosciuto diversi professionisti – da social media manager a grafici – ed ho iniziato ad amministrare diverse pagine social, tra cui quelle del Barrio’s.

Chissà magari un giorno diventerà la mia professione!