Nel cuore di Milano, uno scontrino che non ti aspetti!

A prima vista sembrerebbe un normale supermercato dotato di casse, scaffali e carrelli. Eppure, è tutt’altro che il classico minimarket. Si “acquista” senza pagare. Qui le famiglie in difficoltà economica possono fare la spesa gratuitamente secondo i propri bisogni e, con la dignità di veri e propri clienti, accedono a un’ampia varietà di prodotti freschi – dal pane, alla frutta e alla verdura, ai prodotti da frigo. Al suo interno i punti non si raccolgono per ricevere un premio a fronte di uno scontrino minimo, ma si spendono per necessità.

Oggi Solidando conta 2 social market a Milano – in via Santa Croce 15 e in via Appennini 50 – e coinvolge nelle varie attività circa 80 volontari, che lo rendono un presidio di aiuto alimentare importante per centinaia di famiglie .

Ce ne parlano Matteo Ripamonti – Direttore operativo di Fondazione iBVA -, Marco Rivellini – Segreteria Sociale di Fondazione iBVA – e Gioia, una madre single con una bambina che è cliente abituale del market.

 

Come nasce e come si sviluppa Solidando?

L’idea di creare un market solidale a Milano era nelle nostre intenzioni da molto tempo. Più ci confrontavamo con le persone coinvolte nei programmi di Fondazione iBVA, più emergeva il loro bisogno di ricevere aiuti economici e alimentari concreti. Così, nel 2017, dopo un intenso lavoro di riqualificazione degli spazi, decidemmo di avviare questo progetto ambizioso: un social market che battezzammo “Solidando”. Inizialmente l’obiettivo era dare dignità a 200 nuclei famigliari in condizione di fragilità (circa 800 persone), offrendo anche a loro la possibilità di fare la spesa.

Ricordo ancora con stupore come, solo affidandoci al passaparola dei nostri studenti, raggiungemmo in poco tempo la soglia di 230 nuclei tesserati: persone inizialmente selezionate in base all’ISEE e alle loro storie di fragilità.

Nel 2020, poi, l’arrivo del COVID – che per molti ETS ha comportato la contrazione delle attività – è stato un ulteriore acceleratore per il nostro sviluppo. In piena pandemia, infatti, il Comune di Milano ci ha chiesto supporto nell’individuazione dei nuclei famigliari più numerosi o con minori – bisognosi di prodotti di prima infanzia: in sole 2 settimane siamo passati da 230 e 600 tesserati.

Come è stata avviata la sinergia con le reti del Programma QuBì di Fondazione Cariplo?

Nel post pandemia, con l’intento di incrementare la risposta all’emergenza alimentare, abbiamo scelto di innovare il nostro modello di intervento: volevamo rivolgerci non solo alle persone da noi individuate – con ISEE sotto i 6.000€ – ma in particolare a quei nuclei segnalati da altri soggetti, che fossero al centro di programmi di autonomia famigliare. E nell’avvio di questo percorso la sinergia con le reti territoriali attivate dal Programma QuBì – la Ricetta contro la povertà minorile – è stata una chiave di volta, per la sua presenza capillare nei quartieri di Milano.

Oggi, le reti di QuBì rappresentano per noi un canale preferenziale per intercettare i soggetti in condizione di fragilità che possono beneficiare di Solidando, mentre l’attivazione di Fare Centro come segreteria sociale nata in seno a iBVA valuta le richieste che ci giungono, interfacciandosi con le realtà invianti e decidendo se assegnare la tessera per il sostegno alimentare o meno. Metaforicamente è la prima porta d’accesso al social market.

Che tipo di alimenti vengono offerti all’interno del social market?

Nel nostro social market proponiamo un’offerta variegata che garantisce la distribuzione di circa 20 prodotti base; ci contraddistingue, in particolare, la disponibilità di prodotti per l’infanzia – come latte in polvere, omogenizzati e pannolini – di prodotti per l’igiene, di frutta e verdura e del pane che produciamo internamente a Panificando grazie a un team di volontari adeguatamente formati nella panificazione.

In aggiunta, attraverso Solidando Hub, garantiamo anche il freschissimo – formaggio, carne, etc.: si tratta di un programma di recupero e redistribuzione del cibo – uno dei 5 hub di quartiere contro lo spreco alimentare promossi dalla Direzione Food Policy del Comune di Milano – che raccoglie prodotti destinati al macero della Grande Distribuzione Organizzata e li distribuisce non a singoli, ma a Enti del Terzo Settore che ne fanno richiesta (case-famiglia, centri di accoglienza, residenze sociali).

Chi può accedere al market e come si fa la spesa?

L’ingaggio dei soggetti è sempre realizzato da “Fare Centro” e mediato da un Ente di natura pubblica o privata, che ci fornisce informazioni sulla struttura e sul bisogno della famiglia segnalata. Ogni famiglia viene dotata di una tessera fisica in cui vengono caricati un numero di punti a seconda dei componenti presenti nel nucleo: solitamente ogni tessera – valida per 6 mesi, con possibilità di rinnovo – contiene 30 punti base validi per 4 settimane con ricarica automatica, a cui si aggiungono 5 punti per persona e ulteriori 30 punti previsti in caso di presenza di un minore da 0 ai 2 anni.

Sugli scaffali non sono esposti i prezzi dei prodotti ma il loro valore in punti: ogni punto corrisponde a circa 7 euro di spesa.

Qual è la prospettiva futura di Solidando?

L’esperienza di Solidando ci ha reso consapevoli dell’importanza di presidiare altri quartieri. Abbiamo osservato che il vantaggio dei beneficiari nel fare la spesa è proporzionale alla loro vicinanza al social market. Rispetto a chi viene a trovarci spesso per ragioni di prossimità, i tesserati provenienti da zone più distanti hanno generalmente meno possibilità di reperire certi prodotti ad alto valore. Tuttavia, l’apertura di altri social market sarebbe poco sostenibile per noi a causa dei costi di gestione e di stoccaggio che dovremmo affrontare. Da qui l’idea di mettere a punto un nuovo modello di intervento che testeremo a breve a Sesto San Giovanni.

Come funziona?

In pratica, il soggetto tesserato potrà recarsi presso un punto di prossimità e con l’aiuto di un operatore ricevere aiuto nel fare la spesa online in modo da accedere a ciò di cui ha bisogno con maggior frequenza. Successivamente la spesa gli verrà recapitata presso l’hub di quartiere entro 2 giorni, offrendogli un pacco con prodotti da lui selezionati in base alle proprie esigenze e non scelte dal donatore.

Siamo fiduciosi e confidiamo nell’efficienza e scalabilità di questo modello ibrido tra spesa solidale on/offline.

Cosa rappresenta Solidando per i suoi tesserati? Lo abbiamo chiesto a Gioia, una cliente abituale, madre single di una bambina.

Come hai conosciuto Solidando?

Una mattina ascoltando la radio ho sentito parlare dell’apertura di un supermarket rivolto alle persone in difficoltà economica e, data la condizione in cui mi trovavo, ho colto al volo questa opportunità. Prima di accedere a questo servizio solitamente andavo al mercato a fine giornata nella speranza di trovare un po’ di frutta e verdura invenduta. All’epoca riuscivo a lavorare come animatrice per le feste di compleanno, ma durante il covid gli eventi sono diminuiti e non sono più riuscita a mantenermi.

Per me e mia figlia Solidando è una sorta di “pane quotidiano” che ci consente di sopravvivere in modo dignitoso. Non riceviamo, infatti, altri sussidi economici perché nel mio ISEE sono conteggiati i redditi del padre che, di fatto, per via di accordi pregressi non riesce a darci gli alimenti e a contribuire al mantenimento della bambina.

I punti che ricevi in tessera sono sufficienti per fare la spesa?

Sì, i punti mi consentono di acquistare tutto ciò che ci serve come in un normale supermercato, ma ovviamente arrivo all’ultimo giorno del mese con il frigo vuoto, pronta per ricevere la ricarica della tessera e ritornare al market. Ciò che mi rende felice di Solidando è l’offerta ampia e variegata. Poi, oltre alla merce, questo posto dona sorrisi e altruismo: tutte le persone che ci lavorano ci coinvolgono in tante attività, anche culturali, e sono sempre disponibili ad ascoltarci e offrirci un aiuto.

Che dire? Viva Solidando!