Per alcuni è “solo” un computer. Per altri è una finestra aperta sul futuro

Aprire un notebook, vedere accendersi lo schermo e navigare su Internet non sono gesti scontati. Per molti bambini e ragazzi di Milano che non hanno un device rappresentano la possibilità di riaprire un contatto di qualità con la scuola e con gli amici e, come è stato per Enrico, poter realizzare un sogno…

Enrico (nome di fantasia) fa il secondo superiore. Vive solo con sua mamma, il padre se ne è andato quando lui era piccolo. Ha una disabilità fisica che lo costringe a usare le stampelle per camminare, ma ormai non ci fa neanche più caso. A viaggiare è la sua mente, alimentata dalla passione per la tecnologia e dalle notizie sul mondo dell’hi-tech che segue sui social network e sui siti specializzati. Vorrebbe moltissimo iscriversi all’indirizzo di informatica nella sua scuola professionale per poter diventare un programmatore, ma in casa ci sono solo due smartphone, uno di proprietà di sua mamma e un altro con cui a malapena riesce a seguire le lezioni quando a sua classe è in Dad. Di studiare software, programmi, linguaggi informatici non se ne parla proprio.
Il prof spiega, fa vedere le pagine del libro, trasforma lo schermo in una lavagna, ma con il telefono non si riesce a vedere granché. Enrico fa quel che può: partecipa comunque alle lezioni, ascolta le spiegazioni dei professori ma non riesce a seguire come prima. Il suo istituto gli ha chiesto da tempo di scegliere l’indirizzo per il triennio ma lui non riesce, vorrebbe dire “INFORMATICA” ma come può farlo?

Il giorno che insieme a sua mamma ha ricevuto uno dei computer rigenerati e offerti da Programma QuBì non poteva crederci: quello strumento, magari scontato per tanti, insieme al router per la connessione e alla scheda sim, gli avrebbe permesso finalmente di navigare su Internet senza stare a contare i giga, seguire finalmente le lezioni non dal mini schermo del cellulare, caricare e condividere materiali sulla piattaforma usata dall’istituto e soprattutto di formalizzare l’iscrizione all’indirizzo che desiderava per il triennio.

Enrico ha tolto l’imballaggio, controllato i cavi, osservato le caratteristiche del router per la connessione e poi ha sollevato lo schermo, lentamente, come qualcuno che apre una finestra e, dopo mesi di clausura, riesce finalmente a gettare lo sguardo al di là, lontano, verso l’orizzonte. Che in fondo non è altro che il suo futuro.