Cos’è la Grattachecca, la bevanda estiva più amata dai romani: origini e ricetta originale

La Grattachecca è la bevanda estiva più amata dai romani: l’hai mai assaggiata? Ecco come è fatta e quali sono le sue origini.

Che cosa ti viene in mente se ti dico ‘Grattachecca’? No, non è una parolaccia, ma il nome di una bevanda estiva molto amata dai romani e non solo. L’ideale da concedersi per una pausa rinfrescante e rigenerante durante i mesi più caldi. Per farla bastano pochi semplici ingredienti: il ghiaccio, a cui poi bisognerà aggiungere sciroppi, spremute, frutta fresca e via dicendo.

Grattachecca Roma
Cos’è la Grattachecca, la bevanda estiva più amata dai romani: origini e ricetta originale (Ricettaqubi.it)

In poche parole, è la cugina romana della classica granita. Ma come è nata questa bevanda così particolare? Come si fa esattamente? Per rispondere a tutte queste domande non ti resta che continuare subito a leggere il nostro articolo.

Grattachecca, origini della tipica bevanda estiva romana

Se non hai mai assaggiato la Grattachecca romana è finalmente arrivato il momento di farlo. Come abbiamo anticipato, si tratta di una rivisitazione della classica granita. Una bevanda estiva rinfrescante, perfetta da concedersi come spuntino. Il termine ‘Grattachecca’ deriva dall’azione con cui si produce la ‘ghiacciata’, cioè con un apposito attrezzo che gratta via il ghiaccio da un blocco, chiamato appunto ‘checca’ in romanesco.

grattachecca alle ciliegie
Grattachecca, origini della tipica bevanda estiva romana (Ricettaqubi.it)

Questa bevanda tipicamente capitolina si è diffusa a partire dagli inizi del Novecento, ma in realtà già secoli prima, nell’Antica Roma, c’era l’abitudine di gustare il ghiaccio per rinfrescarsi. I patrizi avevano gusti raffinati ed erano infatti golosi di ‘nivatae potiones’, un dolce a base di neve, miele e frutta fresca, descritto anche da Plinio il Vecchio.

Nel Cinquecento, presso la corte francese di Caterina de’ Medici, era molto amato il ‘ghiaccio all’acqua inzuccherata e profumata’, mentre nel Diciassettesimo secolo c’era l’’acqua ghiacciata’. Per fare tutte queste bevande era necessaria la neve, che era raccolta sulle montagne dai ‘nevaroli’, successivamente imballata nella paglia e trasportata su carri che avevano la precedenza di transito.

Arrivata a destinazione, veniva pressata e conservata nelle apposite neviere, ambienti freschi, spesso interrati, a bassa temperatura. Non c’è quindi da stupirsi se la Grattachecca sia ancora oggi particolarmente cara ai romani. E guai a confonderla con la granita! Sì, perché se nella granita l’acqua, i succhi e lo zucchero sono miscelati e poi congelati e tritati, nella Grattachecca, rigorosamente fatta a mano, gli sciroppi e i succhi sono aggiunti dopo la lavorazione del ghiaccio, per ottenere l’effetto ‘scrocchiarello’ sotto i denti.

La ricetta

La Grattachecca si può fare in tantissimi gusti diversi. Si va da quelli classici (latte di mandorla con pezzi di cocco, limone, fragola, pesca, anguria e melone con frutta fresca) a quelli più innovativi ( liquirizia, limone, kiwi e cocco, mango e papaia, mela verde, limone e cannella, more, mirtilli e fragole). Ciò che conta è la tecnica di preparazione.

grattachecca all'anguria
La ricetta (Ricettaqubi.it)

Per prima cosa, bisogna tirare fuori il ghiaccio dal freezer per innalzare la sua temperatura prima di poterlo lavorare. Una volta pronto, va tritato grossolanamente con l’apposito utensile a manovella o con il mixer e messo all’interno dei bicchieri. A questo punto, si aggiunge a piacere uno sciroppo o un succo di frutta fresca. Chi vuole può completare l’opera con della frutta fresca o secca. Non resterà infine che consumare la Grattachecca alla svelta prima che si sciolga!

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