Se si parla di cotoletta tutti pensano subito a quella classica alla milanese, ma in realtà ci sono tantissime altre varianti regionali.
La cotoletta alla milanese è la regina della cucina meneghina, molto amata anche in tutto il resto del territorio nazionale. In pochi, però, sanno che in realtà ci sono tantissime altre maniere di fare la cotoletta. Delle varianti regionali, personalizzate in base alla tradizione e agli ingredienti locali, che, per quanto possano essere diverse dalla classica ‘orecchia di elefante’, sono altrettanto buone e sfiziose.

A tal proposito, quest’oggi faremo una bella carrellata da Nord a Sud della Penisola per conoscere meglio in quanti e quali modi si può preparare questa gustosissima ricetta. Sono sicura che per molti sarà una bella scoperta!
Mica c’è solo la cotoletta alla milanese: le varianti regionali da non perdere
Se finora la cotoletta l’hai sempre fatta alla milanese è perché non sapevi che in Italia esistono tantissime altre varianti, tutte altrettanto gustose e saporite. Colmiamo quindi subito questa lacuna ed andiamo a scoprire insieme in quali altri modi si può fare questa ricetta tradizionale.

- Milanese: come abbiamo detto, è la versione più famosa. Si fa con la carne di vitello, tenendo l’osso, in modo da creare la tipica forma di ‘orecchia di elefante’. La cottura avviene rigorosamente con il burro chiarificato.
- Valdostana: è abbastanza diffusa ed è la variante fatta con fettine di vitello, farcite con fontina e prosciutto cotto, il tutto ripassato nell’uovo sbattuto e nel pangrattato e poi fritto fino a doratura.
- In carpione alla piemontese: la particolarità in questo caso è la marinatura a base di aceto, cipolla e salvia che viene aggiunta alla carne dopo la frittura. Così la cotoletta si conserva meglio e si può anche servire fredda.
- Veneta: qui le fettine di vitello si disossano e si mettono a marinare in olio d’oliva, succo di limone e cipolla, prima di essere ripassate nella farina e fritte nell’olio bollente.
- Friulana: la cotoletta alla friulana è detta anche Ljubljanska e si tratta di una rivisitazione della Schnitzel vienense. È di dimensioni notevoli e la carne è farcita con formaggio ungherese Balaton e prosciutto di Praga.
- Faldìa piacentina: si fa con il diaframma, un taglio particolarmente magro del cavallo. Successivamente, la fettina si impana e si frigge nel burro.
- Bolognese: chiamata anche alla petroniana, è un carré o una lombata di vitello con o senza osso, panata e fritta, poi bagnata nel brodo e rivestita con prosciutto crudo e scaglie di parmigiano.
- Romagnola: la carne si mette a marinare nell’uovo sbattuto, aromatizzato con noce moscata e parmigiano, poi si impana e si frigge. A parte si prepara un sugo con pomodori e piselli, in cui poi viene cotta ed insaporita la cotoletta.
E al Sud?
Anche da Roma in giù la cotoletta è una specialità.

- Romana: è la fettina di manzo panata, senza osso e leggermente battuta. Un tempo si friggeva nello strutto, oggi si usa soprattutto l’olio di semi.
- Napoletana: in realtà è di origine argentina da un’idea di Jorge La Grotta, cuoco argentino del ristorante “El napolitano”. A quanto pare, sarebbe nata per coprire un errore di cottura. Infatti, si tratta della classica cotoletta alla milanese fritta e poi condita con salsa di pomodoro, mozzarella e prosciutto.
- Siciliana: nella zona di Palermo non prevede il passaggio nell’uovo e viene passata solo nell’olio extravergine d’oliva prima di impanarla con pangrattato, a volte insaporito con caciocavallo, aglio e prezzemolo. Non si frigge, ma si cuoce alla griglia, al forno o in padella. C’è poi la cotoletta alla catanese in cui è prevista una marinatura a base di aceto di vino bianco e una panatura fatta con pangrattato, prezzemolo e pecorino al pepe. Questa versione si frigge in olio di semi.