Oggi vi diciamo proprio tutto su Giorgio Locatelli, l’amato chef che è diventato famoso a tutti grazie al ruolo di giudice in Masterchef Italia. Ma siete sicuri di conoscerlo bene?
Altezza, moglie, il dramma della figlia, le accuse di violenza, stelle Michelin e tanto altro in questo nostro approfondimento su uno dei personaggi più famosi del mondo della cucina.

Alto 1.80, pesa 80 kg lo chef nato a Vergiate il 7 aprile del 1963 e dunque oggi ha 62 anni anche se ne dimostra di meno. Nasce in una famiglia già presente nella ristorazione, proprietaria del ristorante stellato La Cinzianella sul lago di Comabbio. Cresce dunque con l’amore per questa attività e ne fa la sua vita. Ad appena vent’anni va a vivere all’estero passando da Londra per il Savoy Hotel a Parigi per La Tour d’Argent.
Nel 1995 fa ritorno a Londra dove lavora per Olivo per poi aprire il ristorante Zafferano che guadagna una stella Michelin nel 1999. Nel 1997 apre Spighetta e nel 2009 Spiga. Nel 2002 lascia tutto per concentrarsi su Locanda Locatelli che dal 2002 gestisce con la moglie e che raggiunge una stella Michelin ma che ha chiuso lo scorso gennaio. Le stelle accumulate nella carriera sono 4.
Ma non solo perché a Dubai ha Ronda Locatelli e nel maggio scorso ha aperto un ristorante nella National Gallery di Londra oltre a un ristorante in Montenegro.
Tutto su Giorgio Locatelli
Giorgio Locatelli ha trovato forza anche professionale nell’incontro più importante della sua vita quello con la moglie Plaxy Exton che ha sposato nel 1995. La figlia Margherita si è trovata ad affrontare un vero dramma di fronte a delle allergie alimentari molto gravi che hanno aperto un nuovo modo di fare cucina per lui pensando anche alle persone con queste difficoltà.

Non è sempre stato dunque tutto rosa e fiori per Giorgio che ha dovuto affrontare anche delle pesanti accuse di violenze e bullismo in cucina, tutto nato da un libro scritto da Davide Nanni altro chef noto per la partecipazione a È sempre mezzogiorno. Quest’ultimo aveva pubblicato un libro dal titolo A sentimento davvero molto forte e cioè quello di essere un bullo in cucina e di puntare anche su punizioni fisiche.
In un’intervista a Vanity Fair proprio questo ha specificato: “Quando ho iniziato col mio ristorante mi sono sempre detto che non volevo che i miei dipendenti venissero trattati come ero stato trattato io, ho sempre cercato di garantirlo. La responsabilità dello staff è mia, ma a me sembra un po’ esagerato. Sono passate 1160 persone per la mia cucina e lui è stato il primo a dire una cosa del genere“.