Il pesto alla genovese è una delle specialità liguri più amate, ma non tutti conoscono la sua storia: chi l’ha inventato?
Piace a grandi e piccini, il pesto alla genovese fatto con basilico, pinoli, aglio, parmigiano grattugiato, sale e olio extravergine d’oliva è una delle specialità liguri più amate in assoluto. Perfetto per condire la pasta, specie le trofie, si può usare anche per arricchire tantissime altre ricette.

Per esempio, si può mettere sulla pizza, sulla focaccia, all’interno di torte salate, nel sugo, sulle bruschette e così via.
Insomma, con una sola salsa si può fare praticamente di tutto! Ad ogni modo, quest’oggi non andremo a metterci ai fornelli, ma scopriremo la vera storia di questo prodotto tipico.
Pesto alla genovese, chi l’ha inventato: non tutti conoscono la vera storia
Sono davvero in pochi a conoscere la vera storia del pesto alla genovese. Simbolo della cucina ligure in generale, questa salsa nata tra mare e colline affonderebbe le sue origini in tempi lontani, quando i marinai genovesi portavano con loro vari ingredienti per sfamarsi durante la navigazione.

In particolare, essi avevano la necessità di avere a disposizione un condimento in grado di conservarsi a lungo, senza perdere sapore né qualità. Ed è così che sarebbe nato il pesto alla genovese che, grazie agli ingredienti naturali di cui è da sempre fatto e alla tecnica di macinazione con il mortaio di marmo, garantiva una lunga conservazione senza l’uso di conservanti artificiali. Da allora il pesto si diffuse rapidamente anche nel resto d’Italia e non solo.
Stando invece ad una seconda teoria, il primo ad aver citato il pesto alla genovese così come lo conosciamo noi oggi sarebbe stato Giovanni Battista Ratto, nel testo La Cucina Genovese del 1870. Non sappiamo esattamente se il pesto non ci fosse anche prima, tuttavia non ci sono fonti precedenti che ne attestano l’esistenza.
Secondo altri, il pesto alla genovese sarebbe stato inventato nel convento di San Basilio, in località Prà, dove un frate raccolse le erbe aromatiche che crescevano sulle colline, in particolare il basilico, e lo pestò come faceva con le erbe mediche.
All’interno delle Bucoliche di Virgilio, invece, un contadino di nome Similo mangia una focaccia con il moretum. Una salsa romana a base di coriandolo, olio, prezzemolo e cacio locale, pestati nel mortaio.
Insomma, al di là della vera origine del pesto, ciò che è certo è che in Liguria la pratica di pestare le erbe da usare in cucina è di fatto secolare ed il pesto si potrebbe quindi considerare come un’evoluzione di questa antica usanza. Scopri anche tutte le varietà della focaccia ligure, non c’è solo quella alla genovese!